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Giulia Borghi

Giulia Borghi

Psicologa psicoterapeuta specializzata in psicoterapia psicoanalitica

Crescita e trasformazioni nel mondo virtuale

La crescita personale e sociale dell’adolescente odierno avviene nella rete e per mezzo di essa: la dimensione del virtuale tende ad influenzare quella reale e viceversa, rendendo così possibile parlare di «vivere virtuale» (Lancini, 2015).

Il web può rappresentare un «non luogo» (Augè, 1995)per le sue caratteristiche peculiari di spazio in cui milioni di individualità si incontrano senza entrare in relazione, facendo sparire il proprio corpo e condannandolo all’immobilità; non ha un confine, non è ben delimitato e si presenta come estremamente precario e provvisorio.

Queste condizioni, seppur nei loro aspetti negativi, offrono all’adolescente di oggi l’opportunità di procedere nel suo percorso evolutivo sostenuto dal mondo virtuale, concedendogli di mettersi alla prova senza esporre il proprio corpo: in questo modo viene rimandato ad un domani futuro il giorno in cui dovrà presentarsi sul palcoscenico sociale, definendo il suo ruolo adulto.

La rete può essere utilizzata dall’adolescente, che sta incominciando ad assaporare la libertà di autonomia dai genitori, per sperimentare la sua capacità di muoversi autonomamente o come strumento di prova di socializzazione e guscio protettivo nel quale può allenare le carenze percepite, assumendo talvolta identità differenti che gli permettono un confronto diretto utile a comprendere chi è realmente. Una palestra sociale che porta con sé minori rischi, in quanto rende possibile misurare e calibrare le modalità di contatto (Pietropolli Charmet, 2013).

Il virtuale può essere utilizzato dal ragazzo come mezzo attraverso cui trarre un supporto durante il suo percorso evolutivo senza compromettere il contatto con il mondo reale sociale e relazionale. L’utilizzo in questi termini testimonia la presenza, all’interno del nuovo contesto culturale digitale, di differenti risorse a sostegno del percorso evolutivo: il virtuale può essere concepito come l’attuale e moderno panorama di strategie di coping utilizzato dall’adolescente per affrontare le complicate tappe di sviluppo.

Tuttavia, in alcuni casi queste strategie possono assumere risvolti maggiormente problematici quando determinano blocchi di alcuni compiti di crescita e condotte tali da portare ad un comportamento di totale rifiuto di contatti relazionali e con il mondo esterno.

Le funzioni svolte dal virtuale possono essere molteplici e ciò potrebbe dipendere dall’area di sviluppo che crea problematicità al ragazzo, dallo specifico stadio in cui si trova all’interno del suo percorso di crescita e da dinamiche familiari e del contesto di crescita.

La nuova sfida, a cui sembrano chiamati gli adulti di fronte all’adolescente «Nativo Digitale» (Prensky, 2001) potrebbe consistere nell’individuazione dei segnali anticipatori di una significativa sofferenza: riuscire a capire quando l’utilizzo della rete va strutturandosi attraverso modalità che lo portano ad individuare in essa un supporto evolutivo o, invece, quando diviene un mezzo utile e necessario per poter aggirare e rendere meno dolorose le difficoltà di crescita. Un «utilizzo antievolutivo» (Pietropolli Charmet, 2013) del web e l’assenza di una comunicazione con il mondo adulto circa le modalità di prevenzione ad esso, potrebbe rappresentare un elevato rischio per l’adolescente ed il suo nuovo progetto di crescita. I segnali di patologia e il livello di compromissione non vengono, dunque, individuati considerando esclusivamente il tempo trascorso online, ma l’interazione tra modalità di utilizzo e lo stadio raggiunto nei compiti di sviluppo (Lancini, Turuani, 2009).

La rete in alcuni casi può svolgere il ruolo di protettrice rispetto allo svelamento di sintomi che testimoniano un’assenza di abilità nell’affrontare le richieste della crescita fase specifiche. Il riconoscimento delle ragioni e dei significati simbolici e affettivi sottostanti ad un uso antievolutivo della rete è possibile ascoltando l’adolescente nella sua sofferenza, osservando come esso viene usato, cercando di comprendere a quale bisogno evolutivo corrisponde il suo utilizzo.

Infine, occorre sempre specificare che tali considerazioni possono solo fornire un aiuto alla lettura di alcune specifiche situazioni, ma saranno solo l’ascolto e l’approfondimento della singola e peculiare storia della persona a rendere possibile una valutazione della situazione.

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Sono iscritta all’Albo dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia (n. 03/17814) e all’Albo dell’esercizio dell’attività psicoterapeutica.

Mi sono laureata presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e specializzata in Psicoterapia presso l’Istituto milanese “Il Minotauro: Istituto di analisi dei codici affettivi”, scuola di psicoterapia ad orientamento psicoanalitico per preadolescenti, adolescenti e giovani adulti.

Attualmente esercito la libera professione, offrendo servizi di sostegno psicologico e
psicoterapia collaborando con diverse figure professionali; svolgo l’attività anche all’interno del centro clinico Minotauro di Milano.

Ho avuto modo di approfondire la pratica clinica presso servizi di neuropsichiatria infantile, come il servizio territoriale dell’Ospedale Sacco di Milano e l’Ospedale Ponte di Varese, consultori famigliari, ambulatori di pediatria e all’interno di istituzioni scolastiche.

Ho maturato esperienza come psicologa dell’orientamento professionale e come psicologa nell’ambito della disabilità psichica e fisica, supportando le persone che si trovano a dover progettare il proprio futuro lavorativo.

Competenze specifiche:

  • consultazioni psicologiche individuali e e somministrazione di test psicologici;
  • psicoterapia e supporto psicologico rivolto principalmente a preadolescenti,
    adolescenti e ad adulti;
  • consultazione e terapia famigliare, anche in collaborazione con altri colleghi;
  • interventi psico-educativi rivolti a bambini, ragazzi e giovani adulti con disabilità
    psichica e fisica, disturbi dell’apprendimento, difficoltà emotive e comportamentali e disturbi psichiatrici;
  • orientamento scolastico e professionale e bilancio di competenze.